pag. 3 Indice Namibia |
|
31 agosto, sabato
|
Sono da poco passate le diciassette, quindi abbiamo tempo di sistemarci con calma nella nostra confortevole camera, ovviamente sempre a tema automobilistico. Diamo anche una spolverata ai bagagli che avevamo sistemato nell'ampio cassone posteriore che pero' e' piuttosto esposto alla polvere percorrendo strade sterrate.
Per cena ci rechiamo nell'ampio spazio centrale, 'l'officina', con tanto di banco per gli attrezzi e apparecchiature da meccanico situate in una zona laterale. Ceniamo con accanto a destra un'ambulanza Mercedes anni '50 perfettamente restaurata e a sinistra una stufa-camino accesa, gradevole visto che la sera le temperature si abbassano rapidamente, e' il clima desertico.
Il mattino dopo la temperatura e' sempre piuttosto fresca, meno di dieci gradi, ma destinata a salire rapidamente. Dopo colazione facciamo ancora una esplorazione del complesso con angoli piuttosto pittoreschi. Quindi partiamo per la visita di quella che e' l'attrattiva principale di questa regione e di tutto il sud della Namibia, il Fish River Canyon.
Percorriamo una ventina di chilometri nel deserto e arriviamo a Hobas, una piccola localita dove si paga per l'ingresso al canyon.
Quindi ci avviamo sul percorso che conduce al canyon. Dopo alcuni chilometri di strada in condizioni accettabili anche se non molto buone, vediamo una deviazione a sinistra in direzione sud e verso l'hiker's viewpoint e la prendiamo. La strada si rivela piuttosto accidentata con fondo piuttosto duro e molte rocce affioranti, ma dopo quattro chilometri giungiamo ad un bel punto panoramico dove ci fermiamo.
Il Fish River Canyon e' il secondo al mondo per dimensioni, dopo il Gran Canyon negli Stati Uniti. Si estende per circa 160 km, con una larghezza che arriva fino a 27 km e una profondità che in alcuni punti raggiunge i 500 m. Ha una storia geologica antichissima ed e' stato scavato dal river omonimo in piu' di 600 milioni di anni.
Ci intratteniamo in zona per un bel po', percorrendo a piedi alcune centinaia di metri sul bordo del canyon, con una vista fantastica ed una quiete assoluta. Come scenario nulla da invidiare al Gran Canyon negli Usa, con la differenza che qui siamo soli mentre la' al momento della nostra visita anni fa eravamo in compagnia di centinaia e centinaia di altri visitatori.
La vegetazione non e' del tutto assente, si possono scorgere ad esempio sul ciglio del canyon alcune piccole piante come la Euphorbia Damarana nota anche come Melkos, molto velenosa, e un tipo di aloe dal colore rosso tipico, l'Aloe Gariepensis. La fauna e' molto numerosa, con molte specie di mammiferi, uccelli e rettili, anche se per la mancanza di acqua in questa stagione saranno nascosti o vicini alle scarse pozze d'acqua che si intravedono al fondo del canyon ora praticamente in secca.
Ritorniamo quindi al nostro automezzo e abbiamo la brutta sorpresa di trovare un pneumatico a terra. Gia' in mattinata avevamo notato una profonda abrasione laterale, fatta probabilmente il giorno prima, e forse peggiorata dalle cattive condizioni della strada negli ultimi chilometri. Mentre ci attrezziamo per cambiare la ruota, sopraggiunge quasi miracolosamente un fuoristrada con tre turisti orientali, un autista e una guida francese. Da piu' di un ora e' il primo automezzo che vediamo. L'autista e la guida vista la situazione del nostro mezzo si offrono generosamente di aiutarci per cambiare la ruota, e in pochissimo tempo la gomma e' cambiata
Quindi ripartiamo, ripercorrendo i quattro chilometri di strada accidentata. Giunti sulla strada principale svoltiamo a sinistra e in paio di chilometri giungiamo al 'main viepoint' dove si trova un belvedere attrezzato con alcune palizzate e piccoli parapetti. Da qui si puo' andare a piedi in un'oretta di marcia, percorrendo il bordo del canyon, all'hiker's viepoint dove ci siamo fermati prima.
Ci intratteniamo ancora unpo' in zona, con altre foto dello straordinario panorama, da un punto di vista leggermente diverso da quello della mattinata.
|