Da qui
inizia un percorso, in parte con tracce di sentieri, che conduce nella zona
d'interesse. Il quiver tree, o albero faretra, 'Aloidendron dichotomum',
si chiama cosi' perche' la popolazione San usava i suoi rami per fare le
faretre. E' uno dei simboli della Namibia per il suo aspetto particolare, che
ricorda un albero rovesciato con le radici all'insu'. E' diffuso sporadicamente
nell'Africa del sud, anche se le foreste naturali sono molto rare.
Ci
inoltriamo a piedi su di una traccia di sentiero che attraversa una distesa di
massi e ciottoli di nera diorite su basse colline ed avvallamenti. Questa
foresta e' monumento nazionale della Namibia e ospita circa 250 alberi cresciuti
spontaneamente, alcuni dei quali con un'eta' stimata di 2-300 anni. Ci aggiriamo
per un po' nella zona, a volte un po' impervia perche' il sentiero
sparisce e ci si deve districare tra i massi e i ciottoli.
Un animaletto caratteristico che vive tra i massi e che
avvistiamo e' la Procavia del Capo, che vive in molte zone dell'Africa. Grande
all'incirca come un coniglio e' un mammifero primitivo erbivoro che sta spesso
al sole per riscaldarsi.
Incontriamo pure un gruppetto di turisti tedeschi
con guida e non siamo piu' soli. Per un po' ci aggiriamo ancora nell'affascinante
paesaggio, paradiso dei fotografi. Riprendiamo quindi la strada e troviamo di
nuovo la strada principale B1. Dopo alcuni chilometri raggiungiamo la cittadina di Keetmanshoop. Facciamo rifornimento e quindi
raggiungiamo l'animata zona centrale per pranzo visto che sono quasi le
tredici.
Ci rimettiamo quindi in marcia visto che abbiamo ancora
parecchi chilometri di strada. Dopo qualche esitazione per ritrovare il percorso
giusto, passando anche per i sobborgi di
Keetmanshoop, prendiamo costituiti da moltissime povere
csette e casupole ad un piano, prendiamo la strada B4, in direzione di Luderitz.
Dopo una quarantina di chilometri svoltiamo a sinistra sulla strada C12. La
strada e' sterrata e siamo un po' titubanti, pero' si rivela in ottime
condizioni e senza problemi di percorrenza, a parte il fatto che ovviamente
solleviamo un gran polverone, ma gli incroci con altri automezzi provenienti in
senso opposto sono una rarita', forse 5 o 6 all'ora.
Strada sterrata (video)
Incontriamo anche cartelli
che segnalano il possibile attraversamento da parte della fauna selvatica.
Raggiungiamo la diga Naute dam, che serve soprattutto per l'irrigazione, e
infatti vediamo in zona diverse coltivazioni con palme e vigneti in una zona
verde piuttosto inconsueta. C'e' anche una distilleria ma non ci fermiamo visto
che abbiamo ancora molta strada da fare.
Passiamo
quindi nei pressi Gondwana del nature park, una grande riserva privata
di 130.000 ettari, ma senza
avvistare animali. Dopo altri chilometri senza vedere segni di vita umana, se
non incrociando rarissimi veicoli,
giungiamo nella zona di Chamaites dove vediamo alcuni edifici che prendono il
nome di Canyon Farmyard e ci fermiamo per una sosta.
Scopriamo che si tratta di una
pittoresca fattoria con funzioni di campeggio e pernottamento in bungalow, con
all'esterno degli edifici alcune autovetture storiche o meglio quello che resta
di quelle. Nel negozietto annesso siamo accolti dai due simpatici proprietari,
compriamo alcuni biscotti e chiedendo otteniamo anche un caffe' filtrato
discreto.
Quindi ripartiamo, con qualche ulteriore sosta
fotografica vista la bellezza dei paesaggi. Superiamo una zona dove esisteva una
vecchia fornace di cui resta un camino, e dopo alcuni chilometri svoltiamo a
destra sulla D601, e dopo un'altra ventina di chilometri giungiamo alla
destinazione per i prossimi due giorni, il Canyon Roadhouse.
Il lodge e' famoso per la sua collezione di auto storiche, alcune
delle quali infatti vediamo gia' all'esterno. All'interno poi siamo accolti da
una reception decisamente fuori dall'ordinario, essendo l'ufficio situato in un
vecchio camion restaurato.
Indice Namibia
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