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Infine giungiamo di nuovo sulla strada lunga e diritta gia' percorsa due giorni prima, che ci aveva condotti al parco. Stavolta la percorriamo in senso inverso, lasciando il Serengeti, avvolti da grandi nuvole di polvere quando incrociamo un altro automezzo.

Giungiamo quindi nei pressi del bivio che conduce alla gola di Olduvai, dove si trova anche un piccolo museo. Purtroppo non abbiamo tempo di fare la deviazione e ci accontiamo di fare qualche foto dei dintorni.

Ogni tanto si comincia a scorgere qualche gruppetto di Masai che camminano vicino alla strada o accovacciati nei pressi.

A un certo punto ci fermiamo, scorgendo da lontano un assembramento di animali. Si tratta di un numeroso gruppo di giraffe che chissa' perche' si trovano tutte riunite nello stesso posto.

La strada dopo alcune decine di chilometri comincia a salire, percorriamo un altro tratto, quello dal fondo particolarmente sconnesso, e cominciamo ad avvistare da lontano le montagne. Vista l'ora, e' mezzogiorno passato, ci fermiamo quindi per pranzo, sul nostro automezzo, con l'immancabile lunch-box, sotto la scarsa ombra di un piccolo albero.

Riprendiamo quindi la strada finche' arriviamo nei pressi di un villaggio Masai. Adesso faremo la visita che tre giorni fa avevamo rimandato. Scesi dal nostro mezzo siamo accolti  da un masai al quale paghiamo la tariffa standard per la visita (cinquanta dollari per gruppo, per loro nulla e' gratis), e quindi iniziamo a darci da fare con le macchine fotografiche. 

I Masai sono un popolo che abita sugli altipiani tra Kenia e Tanzania, dedito soprattutto alla pastorizia e in parte all'agricoltura.  Parlano il 'maa', lingua nilo-sahariana, e sono il popolo nilotico che in Africa vive piu' a sud.

Gli uomini hanno un naturale portamento fiero, impressione dovuta probabilmente anche alla statura mediamente piuttosto alta. Arrivano nel frattempo altre comitive di turisti, e un gruppetto di uomini Masai inizia un piccolo cerimoniale a base di canti e balli.

Un po' piu' in disparte si trova anche un gruppetto di donne Masai, che non partecipa alle danze.

Hanno lunghissimi orecchini e grosse collane, e in genere la testa quasi completamente rasata.

Ci dirigiamo quindi verso il villaggio, e qui gli uomini iniziano la tradizionale danza adamu, o danza del salto. Consiste nello spiccare da fermi salti il piu' in alto possibile, e vengono invitati a fare questo anche i turisti presenti.

Proseguiamo quindi la visita del villaggio dirigendoci verso la scuola, una piccola capanna formata da una serie di bastoni e rami d'albero ravvicinati.

All'interno si trovano parecchi bambini che a richiesta delle guide del villaggio intonano, tutti impegnati, canti di saluti.

Passiamo quindi a visitare le case del villaggio.Si tratta di capanne fatte di fango mescolato a sterco, con un'intercapedine di rami e bastoni, alte circa un metro e mezzo.

Entriamo in una di queste, chinandoci; all'interno si trova un focolare per cucinare, e una zona 'notte' per il letto.

Ritorniamo quindi all'etserno dove e' possibile acquistare oggettini vari di aritigianato, e ci intratteniamo ancora un po' passeggiando per il villaggio.

Ritorniamo infine al nostro mezzo dove ritroviamo Emanuel e riprendiamo la strada in direzione del cratere di Ngorongoro.

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