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Dopo una ventina di
chilometri, e ormai nel pieno della valle di Pasvik, raggiungiamo un punto panoramico con
vista sul territorio russo, famoso perche' qui si trova, ad un paio di chilometri, la
cittadina di Nickel, presso cui si trova una grande miniera del minerale omonimo, e che da
lei ha preso il nome. Un cartello imperioso avverte che non solo e' proibito alcun
contatto con la frontiera russa, ma che e' anche proibito fotografare con teleobiettivi di
focale superiore a 200 millimetri ! Noi comunque, in questo momento, siamo ancora nei
limiti con il materiale fotografico attualmente montato, vista anche la brutta
giornata non certo favorevole alle fotografie.

Dopo un altro po' di strada,
verso mezzogiorno, decidiamo di fermarci per pranzo presso un'area attrezzata presso le
rive di un lago.

Il tempo non e' certo favorevole
per un pinic all'aperto, con una temperatura di 6-7 gradi e una pioggerella finissima che
scende. Pranziamo quindi all'interno del nostro confortevole e ampio mezzo. Scendiamo
quindi per una breve passeggiata nei dintorni di questo bel posto; una traccia di sentiero
attraversa la torbiera che predede il lago, ricca di flora artica, tra cui i tipici
piumini, le more gialle molto diffuse, e mirtilli rossi.
Allontanandosi un poco dal lago, ed
entrando nei boschi che lo circondano, troviamo un trionfo di funghi anche di
considerevoli dimensioni, isolati e a gruppi, che ogni pochi metri spuntano dalla bassa
vegetazione.

Il parco nazionale Pasvik
vero e proprio si trova proprio in fondo alla valle, ancora piu' avanti di qualche decina
di chilometri, e come vegetazione e' costituito da un'estensione della taiga siberiana;
anche prima pero', come nella zona in cui siamo, poco oltre la meta' della valle, si
trovano delle interesanti aree naturalistiche.

Riprendiamo quindi la strada
verso la fine della vallata, non senza difficolta' dovute alla scarsita' di cartelli
indicatori; dopo aver preso una stradina laterale fangosa e senza uscita incrociamo un
vecchietto su di un furgoncino che ci da' delle indicazioni piu' precise.
Giungiamo
finalmente in fondo alla vallata, nella zona del parco vero e proprio; negli ultimi
chilometri la stradina, sempre percorribile senza grandi difficolta' sebbene sterrata,
conduce in un ambiente molto selvaggio ed estremamanete caratteristico, la vera taiga
siberiana, costituita in prevalenza da pini con un sottobosco di muschi bianchi.
Lasciamo il nostro mezzo in un piccolo parcheggio, e ci avviamo per uno dei molti sentieri
che partono da qui, e che inizialmente costeggiano un lago. Il tempo nel frattempo e'
migliorato, non piove piu' e anche la temperatura e' risalita, e non c'e' praticamente
traccia delle zanzare tanto paventate. Verso il tardo pomeriggio ritorniamo al nostro
mezzo, lasciando a malincuore questo posto che varrebbe sicuramente una permanenza piu'
lunga.
Riprendiamo quindi la strada del ritorno e, dopo una decina di chilometri avvistiamo un
paio di automezzi fermi quasi a centro strada, immersa in questa zona in un fitto bosco;
mentre li superiamo lentamente, riconosciamo uno dei conducenti, e' il vecchietto che
prima ci aveva dato le indicazioni, che riconoscendoci ci fa dei gran segni. Ci fermiamo e
lui in un buon inglese ci dice che hanno avvistato un orso che si aggira a lato della
strada. Dopo un paio di minuti lo avvistiamo per pochi istanti che si aggira nel fitto del
bosco circostante, un esemplare di medie dimensioni. Dopo un attimo di smarrimento
scendiamo e ci addentriamo anche noi nel bosco; l'orso non si vede piu', e tutt'intorno
regna solo un grande silenzio; dopo alcuni minuti di tensione scorgiamo una traccia
evidente lasciata nel folto sottobosco, da dove l'orso si e' allontanato verso alcune
rocce piu' lontane.
Risaliamo quindi in macchina e ci
dirigiamo verso la nostra sistemazione per la sera, il centro ambientalistico Svanhovd,
per raggiungere il quale dobbiamo ancora percorrere una trentina di chilometri a ritroso
nella valle. Lo troviamo con qualche difficolta', e ci sistemiamo nelle sue piccolissime
camere. Siccome e' gia' piuttosto tardi, e siccome praticamente non c'e' altra scelta di
locali nei dintorni, prenotiamo tramite il gestore del centro la cena presso il ristorante
Pasvik Taiga, un locale situato pochi chilometri piu' indietro nella valle, e che
avevamo gia' avvistato poco prima. Si tratta di un locale famoso, anche per avere ospitato
di recente i reali di Norvegia, e veniamo cortesemente accolti nei bei locali della casa.
La cena, praticamente un piatto a base di fegato di renna, non si rivela pero' altrettanto
soddisfacente (anche per chi apprezza il fegato!), e il salatissimo conto praticamente ci
stende.
Indice Finlandia
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