pag. 9 Indice Tanzania |
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Ad un tratto vediamo un gruppo di personaggi a bordo strada, vestiti di nero, con lunghi bastoni e al faccia dipinta di bianco, come se avessero una maschera. Quando un ragazzo ha 14 anni si tiene una cerimonia speciale nei villaggi Masai, i ragazzi sono circoncisi ed il loro volto viene dipinto di bianco, e cosi' rimane per mese. Durante questo periodo vanno per conto loro, e quando tornano sono considerati uomini. In realta' i ragazzi che vediamo, nel loro abbigliamento un po' inquietante, sono li' in attesa di turisti, che facciano loro qualche foto, naturalmente a pagamento.
Continuiamo la nostra strada, che pare migliorare un po', ma rimanendo comunque piuttosto sconnessa, in un territorio sempre piuttosto arido, e incontrando di tanto intanto qualche altro gruppo di pastori Masai. Il territorio e' diventato ora del tutto pianeggiante.
Infine giungiamo ad un punto dove un cartello, posto a cavallo della strada, ci segnala l'inizio del parco del Serengeti, la porta d'ingresso arrivando da sud-est. Si tratta del Naabi Hill gate.
Proseguiamo quindi in una vasta distesa pianeggiante, a perdita d'occhio, senza un albero. Non molto lontano da qui si trova la gola di Olduvai; si tratta di una gola lunga circa 40 chilometri e piuttosto profonda, nella grande pianura del Serengeti, che rappresenta uno dei piu' importanti siti archeologici africani e mondiali nel suo genere. Qui infatti, dove un corso d'acqua ha scavato il terreno per milioni di anni, sono stati ritrovati fossili estremamente importanti di antenati della specie umana, con un'eta' fino ad oltre due milioni di anni, e con i primitivi utensili in pietra da loro adoperati.
Cominciamo ad avvistare qualche animale, come ad esempio dei branchi di gazzelle di Thomson.
Dopo un'altra settantina di chilometri, quando e' mezzogiorno passato da poco, arriviamo presso l'insediamento di Seronera.
Si tratta del principale centro del parco Serengeti, in pratica un piccolo villaggio con diversi servizi, come il centro visitatori, una pista d'atterraggio per aerei, alcuni campeggi, ecc. Vista l'ora ci sediamo su di una panchina dell'area attrezzata, sotto l'ombra molto rada di alcune acacie, e Emanuel ci fornisce un lunch box, e facciamo pranzo con lui, e con parecchie altre comitive di turisti come noi.
Quindi facciamo una breve passeggiata su di una collinetta proprio alle nostre spalle, alta solo qualche decina di metri ma sufficiente a costituire un discreto punto panoramico su quest'area del Serengeti; fa caldo, ci saranno forse trenta gradi, e ci intratteniamo un po' nella zona, riparandoci dal sole alla scarsa ombra delle rade piante che incontriamo, come fa anche un grosso ramarro dal colore un po' inquietante, viola e fucsia.
Ritorniamo quindi da Emanuel e riprendiamo il nostro mezzo, inoltrandoci nell'immensa pianura. Il Serengeti ha infatti un'estensione di quasi 15.000 chilometri quadrati.
Mentre ci aggiriamo per le stradine sterrate, nel cielo compaiono sempre piu' nubi bianchissime, che a volte ci riparano un po' dal sole, pero' Emanuel ci dice che sono solo nubi pomeridiane, in questo periodo la pioggia e' del tutto assente.
Dopo avere avvistato alcuni ungulati, in una zona con una fitta copertura erbosa, dovuta ad un corso d'acqua, facciamo il nostro primo avvistamento di un leone, anzi di un paio di leonesse sdraiate sul fitto manto erboso.
Dopo avere avvistato alcuni ungulati, in una zona con una fitta copertura erbosa, dovuta ad un corso d'acqua, facciamo il nostro primo avvistamento di un leone, anzi di un paio di leonesse sdraiate sul fitto manto erboso.
Anche gli uccelli non mancano, e a volte sono facili da avvistare dal momento che si riposano sui pochi alberi esistenti e sono quindi visibili da lontano.
Continuando a seguire il piccolo corso d'acqua raggiungiamo anche alcuni elefanti che si aggirano nella zona.
Ci fermiamo quindi di nuovo per ossrvare da vicino i grandi pachidermi che si abbeverano nelle pozze d'acqua e si rinfrescano usando la proboscide.
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