pag. 8 Indice Islanda |
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sabato, 5 agosto
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Si incontrano alcuni guadi anche se di non grande entita', eccetto un paio, pero' in alcuni punti la strada e' tremendamente dissestata, ricoperta letteralmente di grosse pietre, scavate dalle acque. Dopo un paio d'ore di percorso, giungiamo finalmente in vista del vulcano.
L'aspetto non e' certamente imponente, una collina intorno ai settecento metri di altitudine, che pero' nel 1783 distrusse buona parte dell'Islanda, con migliaia di morti e grandi devastazioni, eruttando piu' di 30 miliardi di tonnellate di lava su di un'estensione di 560 chilometri quadrati.La strada termina in un piccolo spiazzo e di qua parte il sentiero per la vetta
Ci avviamo spediti e in nemmeno un'ora siamo in punta. Dalla vetta si ha una vista impressionante sulla caldera, nella quale spuntano circa un centinaio di crateri che formano un allineamento di 25 chilometri. Il tempo non e' bellissimo pero' non c'e' quasi vento.
Sulle pendici del Laki, nelle vicinanze del sentiero, ci sono i resti dell'immane cataclisma, rappresentati da alcune vallette con i resti solidificati di bombe laviche di dimensioni variabili da quelle di un pallone da calcio a quelle di un'automobile, che spiccano nere su di un terreno di sabbie grigiastre, in un paesaggio fantastico.
Ritornati al nostro mezzo, pranziamo con i nostri viveri in compagnia di pochi altri turisti avventurosi. Nelle vicinanze dello spiazzo, con una breve passeggiata, si possono vedere altri resti della grande eruzione.
Sono evidenti alcune grandi bocche laviche, ormai coperte da un magnifico strato di muschio, e alcuni crateri entro cui si aprono delle grotte di lava. Riprendiamo quindi la difficile strada del ritorno (difficile piu' per il mezzo che per noi), e ritorniamo al calduccio del nostro accogliente ostello, che dovremo lasciare domani.
La giornata successiva si preannuncia splendida, e partiamo con tutti i nostri bagagli sotto un sole splendente. Dopo poche decine di chilometri arriviamo in prossimita' del picco di Lomagnupur, o della strolaga, un altissima cima di roccia che si erge per quasi 700 metri dalla piana circostante. Qui si apre uno dei piu' spettacolari scenari d'Islanda, lo Skeidararsandur, un delta glaciale di piu' di 600 chilometri quadrati, essendo 'sandur' un termine islandese, entrato nel vocabolario geologico corrente, che indica le vaste zone desertiche formate dai depositi di ghiaie e sedimenti trasportati a valle dalle ondate di piena o 'jokulhlaups'. La grande pianura e' completamente circondata dall'immensa mole del ghiacciaio Vatnajokull, il piu' grande d'Islanda e d'Europa, con piu' di 8000 chilometri quadrati di estensione. Grandi lingue di ghiacciai, ciascuna gia' immensamente piu' grande di quelli nostrani, scendono nella pianura, tra cui lo Skeidararjokull, che da solo copre piu' di 1600 chilometri quadrati ed e' il piu' grande ghiacciaio vallivo d'europa, e che si protende con un fronte semicircolare di piu' di 20 chilometri di ampiezza.
La presenza di grandi vulcani attivi al di sotto del Vatnajokull fa si' che periodicamente, al verificarsi delle eruzioni, immense quantita' di ghiaccio vengano fuse dal calore e, quando si aprono la strada verso la pianura, diano luogo ad inondazioni, o 'jokulhlaup' e devastazioni di dimensioni ciclopiche. L'ultima di queste e' avvenuta nell'autunno 1996, quando un'eruzione causo' in pochi giorni la fusione di piu' di 3 miliardi di metri cubi d'acqua , che riversandosi verso il mare spazzarono lo Skeidararsandur e distrussero gli oltre 50 ponti sulla strada che attraversa questa zona.
Attraversiamo quindi tutta la pianura e dopo una trentina di chilometri arriviamo al parco nazionale dello Skaftafell, senz'altro il piu' bello d'Islanda. Qui si trova il centro visitatori che costituisce la base per le innumerevoli escursioni possibili nella zona. Dopo averlo visitato ci avviamo verso il vicino ghiacciaio di Skaftafell, la cui lingua terminale si puo' raggiungere in meno di mezz'oretta di cammino, attraverso alcune amene vallette ricche di vegetazione, e di boschetti delle betulle islandesi, alte al piu' quattro o cinque metri. Ritornati nei pressi del centro visitatori, pranziamo all'aperto sui tavoli disposti nei pressi, approfittando della stupenda giornata di sole.
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