pag. 12 Indice Islanda |
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martedi', 8 agosto
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Ripartiamo quindi per la destinazione odierna, che e' la localita' di Husey, situata in prossimita' della baia di Heradsfloi, segnalata come un paradiso naturalistico, anche se la realta' superera' le nostre aspettative. Percorriamo gli ultimi trenta chilometri di strada sterrata e piuttosto accidentata senza avvistare anima viva, attraversando una magnifica brughiera sconfinata.
Ormai quasi a destinazione costeggiamo il fiume Jokulsa a Dal, 'fiume della valle glaciale', assai impetuoso e limaccioso, che nasce lontano, nel cuore dell'Islanda, dal bordo settentrionale del ghiacciaio Vatnajokull. Il letto del fiume in questo punto e' piuttosto ampio, con lunghe isolette sabbiose, su cui si avvistano in lontananza delle piccole sagome. Spianiamo i nostri binocoli e le sagome si rivelano delle grosse foche che si crogiolano sul terreno.
Fermiamo allora il nostro mezzo a bordo strada e ci avviciniamo alle rive del fiume, ammirando i magnifici animali, beatamente sdraiati al suolo ad asciugare, dopo l'immersione nelle acque gelide, incuranti della temperatura piuttosto fresca.
Dopo una quantita' impressionante di scatti fotografici, riprendiamo il nostro mezzo e percorriamo gli ultimi chilometri, avvistando una gran quantita' di volatili. La localita' di Husey e' costituita praticamente da una sola fattoria dedita all'allevamento di cavalli, e da un annesso ostello. I due edifici emergono da lontano dai prati e dalle brughiere circostanti, uniche abitazioni nello spazio di chilometri e chilometri.
Ci sistemiamo rapidamente, e ci avviamo per una passeggiata tra le brughiere, in direzione del mare.
Tra i molti uccelli che avvistiamo ci sono parecchi stercorari che, man mano che avanziamo, hanno nei nei nostri confronti un'atteggiamento sempre piu' minaccioso. Come ci dira' dopo il fattore, hanno i loro nidi nella brughiera e, per difendere i piccoli compiono dei voli sempre piu' radenti sulle nostre teste, emettendo suoni striduli.
Proseguiamo incuranti delle minacce, anche se a volte evitiamo l'apparente impatto delle picchiate degli uccelli solo all'ultimo momento, agitando le braccia e le borse sulla testa; si tratta in ogni caso di uccelli di rispettabili dimensioni, la cui mole ravvicinata e lanciata suscita un certo rispetto.
Avvistiamo da lontano ancora molte foche sdraiate sulle isolette di quella che e' ormai la foce del fiume, insieme a molti uccelli, e, compiendo un largo giro, ci riavviciniamo verso casa, dopo questa esperienza indimenticabile.
Nell'ostello, ritroviamo i due italiani gia' incontrati qualche giorno prima, ed una ragazza dell'Alaska in viaggio da sola. Siamo gli unici occupanti e, dopo una lauta cena, ci sistemiamo nel caldo salottino annesso alla cucina.
Qui troviamo in consultazione diversi libri e album fotografici del fattore, un ex ufficiale di marina che in serata ci fa visita, illustrandoci alcune delle fotografie che stavamo ammirando. E' una persona dalla grandissima serenita' e distacco, che gli deriva probabilmente dall'essere consapevole di vivere in un autentico paradiso terrestre.
Dopo una notte di assoluto riposo, ci alziamo presto, avendo davanti una delle tappe piu' lunghe del viaggio e molte cose da vedere. Probabilmente tiriamo giu' dal letto la moglie del fattore, suonando alla sua porta per acquistare qualche provvista, tra cui un po' di uova, non si sa bene di che volatile, e quindi lasciamo con grande rimpianto questo luogo da favola.
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