pag. 3 Indice Cina |
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venerdi' 19 agosto
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Il mattino dopo facciamo colazione in albergo e quindi nella hall ritroviamo Wang e con lui riprendiamo il pulmino che gia' ben conosciamo.
La meta di questa mattinata e' forse l'attrazione principale di tutto il viaggio, la Grande Muraglia Cinese. Percorriamo alcune ampie arterie di comunicazione della citta', ancora non molto trafficate, forse vista l'ora mattutina, in direzione nord-ovest. Il paesaggio dopo alcune decine di chilometri comincia a farsi montagnoso.
Dopo circa una settantina di chilometri arriviamo nella zona di Badaling, dove si trova uno dei tratti di muraglia piu' vicini a Pechino, e ci fermiamo nell'ampio parcheggio. Wang ci procura i biglietti d'ingresso, e quindi ci lascia liberi di visitare il tratto di muraglia che preferiamo; la scelta e' tra il tratto di sinistra della vallata, apparentemente piu' ripido e affollato, e il tratto di destra, apparentemente piu' tranquillo.
Optiamo per questa seconda soluzione, e ci avviamo per dei poderosi tratti di mura; nonostante sia mattino fa gia' un gran caldo, e sembra pure piuttosto umido.
Dopo un primo tratto quasi pianeggiante, affrontiamo una salita parecchio ripida, con scalini altissimi, per fortuna un robusto mancorrente a cui aggrapparsi aiuta la salita. Viene freddo a pensare ai guerrieri che dovevano affrontare queste salite di corsa, con queste temperature e magari con decine di chili di armature e armi varie. Noi invece arriviamo alla fine della salita belli caldi, anzi parecchio accaldati e madidi di sudore. Il panorama dall'alto di questa rampa pero' ci ripaga della fatica e ci fermiamo un po' per ammirare il paesaggio e fare foto.
Da qui in poi il percorso prosegue meno ripido, con tratti a diversa pendenza molto suggestivi, senza alcun affollamento. Ogni tanto si incontra una torre di guardia, che consente tramite ripide scale di pietra di elevarsi di qualche metro e di avere degli splendidi panorami.
La Grande Muraglia si estende, in vari tratti, per piu' di 8000 chilometri complessivi, ed e' sicuramente il piu' grande manufatto umano mai costruito. La sua costruzione inizio' nel III secolo a.C., utilizzando centinaia di migliaia di operai, anche se in effetti non svolse mai il compito per cui era stata costruita, di contenere le invasioni dei popoli confinanti, in particolare mongoli.
Il tratto di mura in cui ci troviamo, Badaling, fu costruito durante la dinastia Ming, dal XIV al XVI secolo, e quindi ampiamente restaurato in anni recenti. Ha uno spessore di circa sei metri, ed e' rivestita di mattoni.
Proseguiamo ancora per alcune centinaia di metri il nostro percorso, che e' davvero molto panoramico, e da' modo di apprezzare la grandiosita' della costruzione, sia sul versante della valle su cui ci troviamo, sia sul versante opposto dove la muraglia e' molto piu' ripida e serpeggia su per i ripidi versanti della montagna, davvero un'opera incredibile.
Cominciamo quindi il percorso in senso inverso, e lentamente ritorniamo all'ingresso, dove ci aggiriamo ancora per un po' tra le numerose bancarelle.
Infine ritorniamo al nostro automezzo e ritroviamo Wang con cui ripartiamo, cercando di resistere al forte sbalzo di temperatura dovuto all'aria condizionata, essendo ancora noi sudatissimi e parecchio accaldati. Ci rechiamo quindi a pranzo in un locale non molto distante.
Dopo pranzo ripartiamo per visitare un'altra attrattiva importante, le tombe Ming, situate a pochi chilometri da dove ci troviamo, e ad una cinquantina di chilometri da Pechino.
Si tratta di un complesso di tredici tombe imperiali delle dinastie MIng e Qing, quindi risalenti ai secoli dal XIV al XVIII, e dichiarate patrimonio dell'Unesco. Ci rechiamo presso la cosiddetta tomba di Ding Ling, una delle maggiori per grandezza. Purtroppo la visita e' destinata a rivelarsi una mezza delusione.
Gli scavi, iniziati alcuni decenni fa, avevano rilevato una tomba intatta con migliaia di oggetti di seta, materiali tessili di legno e porcellana, appartenuti all'imperatore ed alle sue mogli e concubine. Purtroppo quasi tutti i reperti sono andati successivamente persi, sia per la difficolta' di conservazione di tali delicati oggetti, sia per la quasi completa distruzione volontaria ai tempi della rivoluzione culturale (il principale fautore del restauri fu persino perseguitato e denunciato, e mori' in carcere). Con la morte di Mao i lavori ripresero con molta moderazione, anche se attualmente gli scavi delle altre tombe sono praticamente sospesi, e la versione ufficiale di cio' e' che i cinesi ritengono di non avere ancora sufficienti tecnologie adatte al restauro e conservazione di tali reperti.
Mediante una serie di scale scendiamo in quello che e' il palazzo sotterraneo della tomba, costituito da cinque sale sotterranee disadorne e piuttosto squallide; nella sala centrale si trovano tre troni di marmo bianco, uno per l'imperatore, uno per l'imperatrice e uno per la prima concubina.
Risaliamo quindi per altre scale all'esterno, dove si trova un piccolo parco ed un museo delle tombe MIng, che espone alcuni reperti, certo interessanti anche se molti sono delle copie, e devono essere solo un pallidissimo esempio di quelli che dovevano essere i reperti originali, ma anche questo e' la Cina.
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